top of page

Giudice di Pace: novità Cartabia



Il 28 febbraio 2023 segna l’entrata in vigore delle modifiche che riguardano il Giudice di Pace.


Il D. Lgs. n. 149/2022, noto come riforma Cartabia, pone l’attenzione anche sul Giudice di Pace che, per anni, ha ricoperto un ruolo secondario rispetto a quello dei giudici togati.


Il Giudice di Pace è un magistrato onorario, con funzione temporanea e spesso svolge la professione di avvocato in un foro diverso da quello in cui esercita le sue funzioni giudicanti.


In questo approfondimento ci soffermeremo ad analizzare quegli aspetti che maggiormente interessano gli utenti, soprassedendo sulle modifiche introdotte nel rito.


1) Competenza più ampia

Prima della riforma Cartabia, la competenza del Giudice di Pace riguardava le cause di modico valore e precisamente:

– per i beni mobili: fino ad euro 5.000;

– per le controversie in materia di circolazione di veicoli e natanti: fino ad euro 20.000.


Ora il nuovo articolo 7 c.p.c. stabilisce che il Giudice di Pace è compente per le controversie aventi ad oggetto:

– beni mobili: fino ad euro 10.000;

– per le controversie in materia di circolazione di veicoli o natanti: fino ad euro 25.000.


Questa è la novità di maggior rilievo: un evidente ampliamento del valore della competenza, pari al doppio, per le controversie riguardanti ad esempio il mancato pagamento di somme di denaro o di fatture o in caso di opposizione a decreto ingiuntivo.


L’obiettivo della Riforma è quello di estendere ulteriormente la competenza del Giudice di Pace entro ottobre 2025, fino ad arrivare ad euro 30.000,00 per i beni mobili ed euro 50.000,00 per risarcimento da circolazione di veicoli e natanti.


2) Procedimento telematico

La seconda novità è quella legata alla digitalizzazione.

Il passaggio dal cartaceo al telematico andrà a velocizzare le decisioni dei Giudici, a smaltire l’arretrato a pieno vantaggio degli utenti.


In primo luogo, porterà ad una riduzione dei tempi per ottenere i provvedimenti, sia per i procedimenti sommari che per le cause più complesse.

Ad oggi, infatti, è possibile ottenere un decreto ingiuntivo telematico in 3/4 giorni in Tribunale, contro i 7/10 del Giudice di Pace.


Inoltre, l’invio telematico degli atti, porterà per il cliente una riduzione dei costi dell’avvocato che non dovrà più andare in cancelleria un numero indefinito di volte per ottenere ad esempio le copie esecutive di un decreto ingiuntivo, ma potrà scaricarle da remoto direttamente con il PC di studio.


La nuova riforma introduce delle novità procedurali ed operative finalizzate ad allineare il Giudice di Pace con i Tribunali:

-deposito telematico del contenzioso;

-trattazione dell’udienza con modalità a distanza;

-deposito di note scritte in sostituzione dell’udienza orale.


L’intento è quello di ridurre il divario nato nel 2014 con l’introduzione del deposito telematico per i soli procedimenti radicati presso i Tribunali.


Ad oggi, purtroppo, nonostante l’entrata in vigore della riforma, non è ancora possibile il deposito telematico davanti al Giudice di Pace.


In conclusione, è bene essere consapevoli che il processo di digitalizzazione sarà lento, ma la riforma spinge nella direzione di una maggior velocità del contenzioso anche davanti al Giudice di Pace che si traduce in una percezione della Giustizia più efficace, a tutela del cittadino.

Avv. Rosamaria Interdonato

bottom of page